"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

2 maggio 2018

Patriarcato caldeo: no all'uso di simboli e richiami religiosi per la propaganda elettorale

By Fides

I candidati alle prossime elezioni politiche irachene devono evitare di sfruttare simboli e riferimenti di carattere religioso come strumenti di propaganda elettorale. E' questa la richiesta espressa dal Patriarcato di Babilonia dei caldei in vista dell'appuntamento elettorale del prossimo 12 maggio. I candidati – si legge in un intervento diffuso dai canali ufficiali del Patriarcato caldeo – per raccogliere consensi elettorali devono far riferimento solo alle proprie competenze professionali e ai propri talenti personali. I candidati cristiani, in particolare, devono evitare di vantare presunte sponsorizzazioni e appoggi da parte di autorità ecclesiastiche.
Il caso che ha provocato l'intervento chiarificatore da parte del Patriarcato caldeo è in particolare quello di Sarkis Agajan, già ministro delle finanze e vice primo ministro nel governo della Regione autonoma del Kurdistan iracheno, la cui opera è stata paragonata a quella di Cristo in alcuni messaggi di propaganda elettorale diffusi attraverso i social network. “Rispettiamo il professor Agajan” si legge nel comunicato patriarcale, “ma non possiamo paragonarlo a Cristo”.
Ad esprimere il proprio voto nelle prossime elezioni nazionali sono chiamati quasi 25 milioni di potenziali elettori. A contendersi i 329 seggi del Parlamento si sono presentati quasi 7mila candidati (comprese più di 2mila donne), raggruppati in 87 liste, molte delle quali organizzate solo a livello locale o regionale.
Sono almeno 9 le piccole formazioni politiche animate da dirigenti e militanti cristiani che prenderanno parte alla prossima competizione elettorale, gareggiando tra loro anche per conquistare i 5 seggi – distribuiti singolarmente nelle 5 province di Baghdad, Kirkuk, Erbil, Dohuk e Ninive – che il sistema delle quote riserva alle minoranze cristiane.