"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

15 novembre 2017

Migramed: mons. Ortega (nunzio apostolico Giordania e Iraq), “bello che affrontiate questione rifugiati insieme a persone di diversi Paesi, perché l’azione della Caritas è una missione”


(Amman) “Far parte della Caritas è un privilegio perché è il cuore che anima la Chiesa. Al di là dell’aiuto concreto, la Caritas è presenza rivoluzionaria in quanto personificazione della rivoluzione della tenerezza che cambia le cose e salva il mondo”. Questo il saluto di mons. Alberto Ortega, nunzio apostolico in Giordania e in Iraq, in occasione dei lavori di apertura del Migramed, l’annuale incontro sul tema delle migrazioni organizzato da Caritas Italiana con le Caritas diocesane italiane, che vede la partecipazione di alcuni ospiti delle Caritas europee e del bacino del Mediterraneo. Un incontro sul tema delle migrazioni che si svolge ad Amman, capitale giordana, da oggi al 18 novembre. La presenza del Migramed in Giordania è significativa anche per consolidare il lavoro di Caritas Italiana in collaborazione con la Chiesa giordana per la realizzazione di un programma di reinsediamento di famiglie rifugiate affette da gravi problemi sanitari. “Bello che affrontiate tali questioni insieme a persone di diversi Paesi, perché l’azione della Caritas non è solo lavoro, è una missione”, aggiunge. Sul tema dei rifugiati il nunzio apostolico afferma che la Giordania è un Paese che ha una grande capacità di accoglienza. In base all’ultimo censimento in Giordania vivono 9 milioni di abitanti, di cui 3 milioni sono migranti e all’interno di questi 1 milione e trecento sono costituiti da rifugiati siriani. “È una regione che gode di stabilità nonostante i problemi politici limitrofi”, continua mons.Ortega. Un concetto ribadito anche dal vescovo latino della Chiesa giordana, William Shomali: “La Giordania nonostante tutto è rimasta un’oasi di pace, in cui l’Isis non ha trovato posto; fattori questi ultimi che hanno aiutato la Caritas giordana a fare uno splendido lavoro in favore dei profughi e delle comunità locali. Un lavoro reso possibile grazie all’aiuto e al sostegno solidale della rete Caritas del mondo. Un ultimo concetto che voglio esprimere riguarda la fierezza di far parte della Caritas che non è una ong come altre: perché alla base c’è il Vangelo, l’amare l’altro come noi stessi”.